… allora puoi davvero fare ciò che ti pare! È questo, in soldoni, il succo della storia di oggi: dopo aver parlato di Not now, Bernard di David McKee, che affrontava in modo drammatico il tema del non-ascolto da parte dei genitori verso le richieste di attenzione del figlio, è la volta di un albo illustrato che tocca lo stesso tema ma in modo più leggero, senza esiti tragici (nessuno viene mangiato da mostri terribili, insomma). Si tratta di Chiedilo alla mamma Chiedilo al papà, scritto da Cristina Petit e con i disegni di AntonGionata Ferrari, pubblicato da una casa editrice, Valentina Edizioni (2015), che alla recente Fiera del Libro per ragazzi di Bologna si è segnalata per più di una interessante novità.
L’intreccio è semplicissimo: il piccolo Martino, in una domenica di pioggia, è a casa con i suoi genitori, impegnati entrambi in svariate occupazioni tra il lavorativo e il domestico, e ha il problema (molto serio) di allontanare il pericolo della noia, sempre in agguato in giorni uggiosi come questo. Allora inizia a formulare una serie di richieste prima a papà («Papà, posso travestirmi da Zorro?»), poi, avendo ricevuto come risposta un laconico «Chiedi alla mamma», a mamma («Mamma, posso travestirmi da Zorro?»); solo che anche mamma gli risponde allo stesso modo («Chiedilo al papà»); dunque Martino, non avendo ricevuto divieti espliciti, si sente autorizzato a mettere in atto il suo proposito, cosa che fa prontamente.
Se la questione fosse solo il travestimento da Zorro, non sarebbe un gran male: il fatto è che, però, il travestimento da Zorro è solo la prima di una lunga serie di richieste, in un crescendo di “birbonaggine”, a ciascuna delle quali il bambino riceve sempre le stesse risposte (che danno il titolo al libro).
Ciò che rende divertente e memorabile la vicenda è proprio la catena di richieste: quella nuova, infatti, si aggancia al resoconto di tutte le precedenti, dando luogo a una struttura a incastro che ricorda il fortunato modello reso celebre dalla canzone di Angelo Branduardi Alla fiera dell’Est. Verso la fine, ad esempio, Martino dice:
Papà, mentre pitturo le piastrelle del bagno ognuna di un colore diverso così la stanza è più allegra, faccio Tarzan con la tenda della doccia, faccio il bagno e mangio un chilo di pop corn vedendo i cartoni violenti che non posso vedere mai, nudo con il mantello, la maschera e la spada e lavo Bernardo [il cane] che è sporco, posso tagliargli il pelo con il tuo rasoio elettrico?
Manco a dirlo, il padre lo rimanda dalla mamma, e viceversa. Fino a quando un preoccupante silenzio “risveglia” l’attenzione dei genitori, che – dopo un rapido litigio fatto di accuse reciproche – finalmente scoprono le malefatte del pargolo e, di riflesso, prendono consapevolezza delle proprie.
Il messaggio finale è chiaro ed esplicito: «Solo con il no una cosa non si può fare, vero mamma, vero papà?»; come dire: le regole ci vogliono, e non bisogna tirarsi indietro quando è il momento di porle.
Al di là dell’esplicitazione della “morale” della storia, la struttura assai ben congegnata dell’albo lo rende una lettura ad alta voce assai divertente, per affrontare appunto in modo simpatico un tema a volte scottante: quello delle regole e dei comportamenti irresponsabili che a volte accomunano genitori e figli. La sua struttura a catena, poi, pare fatta apposta per inventare nuove storie a partire dal modello: un bel regalo per mamme a papà del terzo millennio da confezionare in classe, giusto per ricordare di tenere sempre alta la guardia.