Tra i tanti libri di Bruno Munari che meritano di essere riscoperti o riportati sui banchi di scuola o sui tavoli dell’asilo, un posto di tutto rilievo spetta senza dubbio al suo Alfabetiere, uno snello libretto che ha una lunga storia editoriale: pubblicato per la prima volta nel 1960 dalla Einaudi, riproposto nel 1972 nella collana Tanti Bambini, è uscito infine per Corraini di Modena nel 1998, che lo ha ristampato per l’ottava volta nel 2014. Da oltre cinquant’anni, dunque, le lettere di Bruno Munari e le sue strampalate filastrocche (fatte di parole che iniziano con la lettera di volta in volta illustrata) accompagnano i piccoli lettori alla scoperta dell’alfabeto.
Sugli utilizzi didattici cui si presta meravigliosamente questo libro non c’è modo migliore che ripercorrere le parole stesse dell’autore nella premessa scritta a mo’ di lettera per i genitori (ma il suggerimento è di leggerla per intero, aprendo la copertina del volumetto). Una premessa che a ogni riga lascia trapelare non solo la grande passione di Munari per il suo mestiere di artista-scrittore, ma anche la perizia pedagogica con la quale pensava e realizzava le sue opere. Nulla è lasciato al caso, dalla sequenza con cui sono proposte le lettere, che seguono quello che negli anni Sessanta era ritenuto l’ordine di apprendimento (secondo il grado di difficoltà); fino alla scelta dei caratteri, ritagliati da giornali e riviste allo scopo di mostrare al bambino che una stessa lettera può assumere infinite forme diverse, superando così i limiti degli abbecedari tradizionali; passando per la selezione delle parole che rendono così efficaci e musicali le filastrocche, studiate proprio per avvicinare gli orecchi bambini alla sonorità della nostra lingua.
E ancora Munari dà le dritte giuste per mettersi al lavoro, poiché il suo Alfabetiere è un libro aperto, che il giovane esploratore dell’alfabeto può completare a piacimento:
il bambino può intervenire continuando a incollare nelle pagine le lettere dell’alfabeto che avrà prima scelto e ritagliato da vecchie riviste, così come io ho cominciato a modo di esempio. Sarà per lui come andare a caccia di insetti tra l’erba di un prato facendo attenzione di non confondere formiche con cavallette.